Articolo della rivista polacca MagazynWino

Posted: August 18, 2011 By: Comment: 0

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Articolo della rivista polacca MagazynWino

Presentiamo degli estratti, tradotti, di un articolo uscito sulla rivista polacca Magazynwino che presenta, con una bella recensione, la piccola grande realtà della Rufina e dei suoi vini.

We present some extracts translated from an article published in the Polish journal Magazynwino that presents, with a nice review, the small realities of Rufina and its wines. 

Chianti Rufina: un nuovo stile!

Il Chianti Rufina lotta da anni con lo stesso problema. Nonostante il tratto originale del gusto del suo vino, i cui migliori rappresentanti in alcun modo sono da considerarsi inferiori ad un Chianti Classico, si trova alla periferia dell’interesse dei media.
Gli Italiani stessi, in realtà, non conoscono bene il Chianti Rufina: nel mese di agosto, durante quattro giorni di permanenza a Firenze, in molti ristoranti in cui mi sono recato, non avevano una conoscenza del Chianti Rufina, se non, al massimo, dei nomi di maggior spicco quali Frescobaldi e Selvapiana.

Per il momento resta condannato ad esser messo in secondo piano rispetto al Chianti Classico, ma il Consorzio Chianti Rufina cerca di promuovere il proprio prodotto in diverse maniere: ad esempio per novembre è prevista una degustazione comparativa di tra il Chianti Rufina vendemmia 2007 e il Premier Cru della Borgogna, dalla quale ci aspettiamo sicuramente ottimi risultati da entrambi i vini.

Il produttori locali non rinunciano al loro carattere autentico, che richiede pazienza e duro lavoro.
Il Chianti Riserva 2008, ad esempio, ha dimostrato con la sua “sensualità”, come è stata definita nel numero 3 / 2009 del Wine Magazine, di non essere un fenomeno isolato, ma di essere un vino sempre apprezzato e di spessore.
[…]
In tutte le degustazioni mi è molto piaciuto Selvapiana, con il suo equilibrio, la concentrazione di frutto, acidità e tannini, non troppo morbido, nè troppo duro.
Noi difendiamo la posizione che il vino deve maturare naturalmente ed invecchiare con dignità.
Inoltre, dopo la degustazione di Selvapiana, altri prodotti come Cedro, Il Lago, Fattoria di Grignano, Fattoria di Basciano – con la loro armonia, eleganza, ricchezza, finezza, hanno fatto sì che potessi affermare di aver degustato un vino semplicemente eccezionale.

Selvapiana non nasconde l’autenticità del suo vino, rustico, terroso, con un retrogusto di frutta, privo di vezzi civettuoli, un prodotto caratteristico per il marchio più riconoscibile della regione, quale è Frescobaldi.

In molti altri casi, un semplice Chianti si è rivelato più pregiato di un Riserva. Oltre a Colognole, Selvapiana e Marchesi Gondi, particolarmente apprezzato è stato il Pian de Sorbi Riserva 2008, dall’aroma sottile e complesso di ciliegie, torba, bosco e violette.
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Un vino interessante è stato anche il Riserva 2008 de Il Pozzo – note piene di profumo, di bosco e di tartufo, un vino carnoso, concentrato, denso, ma elegante.
La maggior parte dei migliori vini di spessore oggi cerca proprio questo: una trama satinata e tannini morbidi già nella sua giovinezza.
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Un po’ più difficile come prodotto è lo stile tradizionale del Colognole, di Travignoli e dei Marchesi Gondi. Ma è una tradizione che si unisce alla modernità. I Colognole Annate (2007, 2006 e 2004) che ho degustato erano fantastici e ancora giovani.
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In generale, un vino buono nella sua giovinezza, invecchia anche bene. Alla fine non apprezziamo un prodotto solo perché ha potenziale, ma perché ci piace: probabilmente è un approccio più moderno e meno tradizionale.

Chianti Rufina: a new style! 
The Chianti Rufina fights for years with the same problem. Although the original feature of the taste of his wine, whose his best representatives are not to be considered in any way inferiors to a Chianti Classico, is located on the outskirts of the media interest.
The Italians themselves aren’t really familiars with the Chianti Rufina: in August, during the four-day that I staid in Florence, in many restaurants where I went, they had no knowledge of the Chianti Rufina, if not, at best, of the most famous names such as Frescobaldi and Selvapiana.

For now Chianti Rufina is condemned to be put in second place to the Chianti Classico, but the Consortium of the Chianti Rufina seeks to promote its product in different ways: for example, in November there will be a comparative tasting of 2007 vintage of Chianti Rufina and Premier Crus of Borgogna, from which we certainly expect good results from both wines.
The local producers do not renounce their authentic character, which requires patience and hard work.
The Chianti Riserva 2008, for example, has demonstrated with its “sensuality”, as defined in number 3 / 2009 of Wine Magazine, to be not an isolated phenomenon, but a wine to be appreciated for its thickness.
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In all tasting I really enjoyed Selvapiana, with its balance, the concentration of fruit, acidity and tannins, not too soft nor too hard.
We defend the position that the wine has to mature naturally and grow old with dignity.

Moreover, after tasting Selvapiana, other products such as Cedro, Il Lago, Fattoria di Grignano, Fattoria di Basciano – with their harmony, elegance, wealth, refinement, have meant that I could claim to have tasted a wine simply outstanding.
Selvapiana didn’t hides the authenticity of its wine, rustic, earthy, with a hint of fruit, devoid of coquettish affectations, a characteristic product of the most recognizable brand in the region, Frescobaldi.
In many other cases, a simple Chianti was more valuable than a Reserve. In addition to Colognole, Selvapiana and Marchesi Gondi, Pian de Sorbi Riserva 2008 was particularly appreciated, for his subtle and complex aroma of cherries, peat, wood and violets.
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An interesting wine was also Il Pozzo 2008 Riserva  full notes of scent, berries and truffle, meaty wine, concentrated, dense, yet elegant.
Most of the best wines search for this: a satin texture and soft tannins already in his youth.
[…] 
A product little more difficult  is the traditional Colognole, Travignoli and Marchesi Gondi. But it is a tradition that combines modernity. The Colognole (2007, 2006 and 2004) that I tasted were great and still young.
[…] 
In general, a good wine in his youth, ages well too. At the end we do not appreciate a product just because it has potential, but because we like now: it is probably a more modern and less traditional approach.